LINUX FREE

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giovedì 28 aprile 2011

Spideroak

Probabilmente il posto più conveniente dove fare il backup è online. Ci sono tantissimi servizi che ci consentono di salvare file online e accedervi da qualunque pc collegato alla rete. Di fatto, le versioni recenti di Ubuntu includono il client per Ubuntu One, ma questo servizio non è cross platform come Dropbox, ad esempio. Il lato negativo di Dropbox, d'altronde, è che consente di fare backup e sincronizzazione in un unica directory. SpiderOak, d'altro canto, ha un'interfaccia che rimane uguale su tutti i sistemi operativi e permette di scegliere qualunque file o cartella di cui fare la copia. Questo servizio offre 2GB di spazio gratuito, oppure 100 GB per 10$ al mese. Una volta installato il client e registrati presso il servizio, l'installer genera le chiavi di cifratura usate per cifrare i dati prima del trasferimento. L'interfaccia del software è diviso in tab. Per fare il backup dei file e delle cartelle che ci interessano andremo nel tab backup. Passiamo alla vista Advanced per scegliere con maggior granularità i file, quando avremo fatto premiamo il pulsante Save Settings. SpideOak confronta il contenuto del del folder locale con quello presente online. Quando trova un cambiamento, avvia automaticamente il backup; inoltre il servizio tiene traccia dei cambiamenti ai file usando un sistema di controllo delle versioni con un tinestamp per poter tornare a una versione precedente dei file in caso di necessità. Ciò rende SpiderOak un'ottima soluzione per memorizzare copie di file importanti su cui stiamo lavorando, oppure foto trasferite dalla nostra fotocamera. Oltre alle sue funzionalità di backup SpiderOak  ci aiuta a condividere file con altre persone  tramite dei silos virtuali e isolati. Gli altri utenti possono iscriversi ai nostri silostramite RSS,rimanendo aggiornati sugli aggiornamenti.

Asterisk

Basata su Ubuntu è stata pensata per tutti coloro che utilizzano la piattaforma Asterisk il famoso software per creare e gestire sistemi PBX. Al suo interno sono presenti strumenti anche grafici,che semplificano l'amministrazione di un centralino telefonico.
www.asterisknow.org

Crea un Social Network con Elgg



Come tutte le applicazione Elgg si nasconde all'interno di un minuscolo download,ma richiede un server LAMP (Linux Apache MySql Php) per funzionare. È possibile provare un metodo "quick-and-dirty" per impostare il programma. La cosa più importante è di essere sicuri di installare il modulo mod_rewrite di Apache. Assumendo che la nostra installazione si trovi sotto /etc/apache2 modifichiamo il file rewrite.loadaprendolo in un edito di testo
# cd /etc/apache2/mods-enabled
# vim rewrite.load

e aggiungiamo la seguente linea per caricare il modulo rewrite:
LoadModule rewrite_module /usr/lib/apache2/modules/mod_rewrite.so
Succesivamente dovremo abilitare la direttiva AllowOverride,che dice ad Apache di seguire le direttive nel file .htaccess invece di quelle predefinite. Puntiamo il nostro editor di testo sul file /etc/apache2/sites-available/default e cambiamoAllowOverride None in AllowOverride All. Quando abbiamo fatto riavviamo Apache con il comando /etc/init.d/apache2 restart prima di procedere oltre. Per assicurare ai nostri utenti la possibilità di condividere file di grandi dimensioni,aumentiamo la dimensione massima di upload del PHP,che generalmente è impostata a 2 MB. Inoltre assicuriamoci di dare una maggiore quantità di memoria disponibile al PHP rispetto ai 12 di default. Entrambe le impostazioni possono essere modificate dal file php.ini che di solito si trova nella cartella /etc/php5 Da ora in avanti assumiamo che la cartella DocumentRoot di Apache sia /var/www. Elgg ha bisogno di una cartella in cui salvare i file caricati (come le icone degli utenti);ne creeremo una fuori dalla DocumentRoot dandogli i permessi di lettura-scrittura
# mkdir /var/www/elgg-data
# chmod 777 /var/www/elgg-data

Adesso scarichiamo e decomprimiamo Elgg (www.elgg.org)nella DocumentRoot del nostro server
# tar xvf elgg-1.7tar.gz -C /tmp
# mv /tmp/elgg-1.7 /var/www/elgg

Poi diamo a Elgg un database in cui archiviare le cose
# mysql -h localhost -u root -p mysql> create database elgg; mysql> exit
La configurazione di Mysql potrebbe essere diversa dalla mia quindi assicuratevi di utilizzare il nome utente,la passworde l'host corretto,questo servirà per collegare Elgg al database Mysql. Chiudiamo il terminale e puntiamo il browser all'installazione di Elgg a un indirizzo tipo http://localhost/elgg/. Inseriamo il nome utente la password e l'host dell'installazione di Mysql,il nome del database quando salveremo le impostazioni Elgg salverà il tutto in un file di configurazione;nel caso non riuscisse a farlo a causa di permessi insufficienti dovremo farlo manualmente copiando e incollando il contenuto nel file di configurazione. Il file in questione è settings.php che si trova nella sottocartellaengines/ il quale serve a Elgg tra le altre cose per registrare le impostazioni di accesso al database Mysql. Se Elgg non a potuto scrivere quel file durante l'installazione probabilmente deve essere creato un file .htaccess nella cartella principale del programma. Prendiamo il file htaccess_distrinominiamolo.htaccess (con il punto) Questo file lavora con il modulo rewrite di Apache per riscrivere gli Url al volo. Quando questi file sono al loro posto,Elgg richiede alcuni dettagli aggiuntivi sull'installazione,come l'indirizzo dell'installazione del programma (http://localhost/elgg),il path della cartella in cui si trova (/var/www/elgg),e il path in cui salvare i file (/var/www/elgg-data). Facciamo attenzione alla serie di opzioni seguenti. La prima riguarda il tipo di "view" (o vista) per il sito, Elgg può averne di varie tipologie,ognuna delle quali ha le proprie pagine di interfaccia con il loro tipo di presentazione. C'è n'è una che mostra pagine HTML standard,una per i dispositivi mobili e un'altra ottimizzata per l'Iphone. Durante questa prima installazione possiamo tranquillamente scegliere quella di default. Successivamente ci sono una serie di valori che possono essere abilitati (on) o disabilitati (off). La modalità debug è studiata per risolvere i problemi di malfunzionamento del programma,e deve essere inpostata su "on" solo se la vostra installazione vi sta dando problemi. Se il server Web è impostato per gestire il login sicuro,abilitiamo il login HTTPS in Elgg. Le API Restful sono abilitate di default e sono utili solo per gli sviluppatori di plug-in. Adesso oltre a poter modificare le impostazioni globali che abbiamo configurato l'amministratore può eseguire alcuni strumenti diagnostici per testare l'ambiente installato,il codice di Elgg e i plug-in. Dalle pagine di amministrazione possiamo inoltre controllare gli utenti,aggiungerne altri,bannarli,eliminare account e cosi via. Possiamo avere anche il controllo su alcuni contenuti del sito,come la pagina di benvenuto,in più in base alla configurazione del sito, possiamo intraprendere delle azione anche riguardo al contenuto,e creare categorie secondo le quali viene archiviato il contenuto degli utenti. Prima di esercitare tutti questi "poteri" dobbiamo abilitare i plug-in,di default sono abilitati soloprofile,diagnostic,logbrowser,uservalidationbyemail htmlawed. Tutte le funzionalità in Elgg sono fornite in bundle tramite plug-in,molti dei quali hanno widget configurabili per visualizzare i dati. Per abilitare i plug-in,accediamo come utente admin a andiamo in Administration-Tool-Administration. La pagina elenca oltre 30 plug-in,inclusi i 5 attivi,ce ne sono alcuni che aggiungono strumenti come un Blog,Microblog,una Bacheca e un Browser di file e che consentono loro di inviare messaggi ad altri utenti,condividere i segnalibri,e creare gruppi e pagine personalizzate. Dobbiamo anche abilitare i plug-in che consentono agli utenti di inviare e connettersi ad altri utenti e di ricevere le notifiche sui nuovi contenuti creati dai loro amici. Alcune estensioni dispongono di opzioni configurabili,come il plug-in Groups,che può essere ottimizzato per consentire agli utenti per creare gruppi privati. Una volta attivato il plug-in gli utenti saranno in grado di popolare la loro Dashboard e la pagina di profilo con i widget che li accompagnano. È possibile verificare questa funzione con il vostro account admin,dal momento che l'amministratore è solo un altro utente del network,oppure si può creare un utente di prova da Administration-UserAdministration. Portiamoci nella dashboard o nella pagina di profilo e cerchiamo il pulsante per modificare la pagina (edit). I widget accessibili sono elencati in un area sulla destra della pagina;è possibile trascinarli negli spazi che rappresentano la sinistra,la destra e il centro della dashboard o della pagina del profilo. Tutti i windget sono elementi configurabili,anche se di solito è solo per specificare il numero di elementi che si desidera utilizzare per quel particolare widget,come ad esempio il numero di amici e il numero di post. Alcuni widget richiedono ulteriori informazioni che possono essere utili,come quello di Twitter che ha bisogno del nome utente per recuperare i tweet. Come impostazione predefinita la pagina mostra il box di login e le ultime attività sul network,se abilitiamo il plug-in custom_index,otteniamo una versione modificata della pagina che mostra molte più informazioni,come la lista dei nuovi membri e alcuni pezzi di contenuto provenienti dal sito,come gli ultimi post,gruppi e bookmark. Per creare la nostra Homepage personalizzata dobbiamo lavorare un pò con HTML.CSS e PHP e comprendere il sistema delle viste accennato precedentemente. Possiamo comunque iniziare utilizzando il plug-incustom_index come base da cui sviluppare la nostra pagina. Copiamo la cartellamod/custom_index e il suo contenuto in una cartella simile a mod/my_index. Meglio ancora possiamo modificare i file sotto custom_index facendoci risparmiare la fatica di rinominare il percorso dei file sottostanti. Il file start.phpcarica il plug-in,il file manifest.xml descrive il plug-instesso;index.php è effettivamente il file da personalizzare;la cartella languages contiene le stringhe di localizzazione,e la cartella views contiene il foglio di stile CSS e il layout della pagina principale. Se desideriamo cambiare il numero di elementi di anteprima per esempio di un Blog,e mostrare 10 post anzichè 4 apriamo il file index.php in un editor di testo e cerchiamo la seguente riga:
$blogs=list_entities('object', 'blog', 0, 4, false, false, false);
L'azione vera e propria ha luogo nel file/views/default/canvas/layouts/new_index.php. Questo file controlla il layout della pagina,che è suddiviso in una colonna a sinistra e una a destra. Se desideriamo cambiare il messaggio di benvenuto di un utente connesso continiuiamo a cercare e modifichiamo la riga seguente:
if (isloggedin()){
echo "<h2>" .elgg_echo("welcome") ." ";
echo $vars['user']-name;
echo "</h2>";
}
Se non si desidera visualizzare gli ultimi Bookmark,si deve semplicemente commentare il blocco di codice che visualizzi i segnalibri:
<div class="index_box">
<h2><?php echo elgg_echo("custom:bookmarks"); ?>
</h2>
<?php
if (isset($vars['area6']))
echo $vars['area6']; //display bookmarks
?>
C'è un area comprimibile in fondo alle pagine di Elgg conosciuta come Spotlight.Come impostazione predefinita questa mostra un'introduzione a Elgge contiene dei collegamenti alle risorse del sito;quest'area può essere controllata con dei plug-in,tuttavia è possibile modificarla manualmente e sostituire il suo contenuto con il nostro. Il file da modificare è views/default/spotlight/default.php. Il contenuto di quest'area è suddiviso in 2 parti,sinistra e destra;per sostituire la descrizione di Elggcon una a piacimento sul nostro sito troviamo il seguente pezzo di codice:
<div class="spotlightLHS">
<h2>Welcome to Elgg</h2>
<p>
Elgg allows you to...<a href="http://community.elgg.org/">Elgg community</a>
</p>
</div>
Possiamo cambiare il titolo cosi come il testo,possiamo inserire Url e link esterni. Lanciare un Social Network è più o meno come mettere in piedi una piattaforma di Blog,bastano comunque le modifiche che sono state suggerite in questa pagina.

Rhythmbox

È quanto di più simile a iTunes si possa trovare in Gnome,non solo grazie al supporto dell'iPod,ma anche per la possibilità di gestire i podcast e di condividere la musica in rete tramite il protocollo DAAP. Come iTunes,infatti,le ultime versioni di Rhythmbox sono in grado di condividere in rete i brani musicali utilizzando il Digital Audio Access Protocol che,se in Apple si avvale di Bonjour per l'annuncio e la scoperta di servizi in rete,in Linux fa leva sul progetto Avahi. A differenza di Gtkpod,questo programma non ha bisogno di trovare l'iPod già montato per funzionare ma è in grado di riconoscerlo e accedervi grazie all'architettura HAL acronimo di Hardware Abstraction Layer. In questo modo basterà collegare l'iPod alla porta Usb e lanciare il programma per vedere apparire nel pannello della playlist la voce relativa al lettore. Questo è un programma che si appoggia alla libreria GStreamer per il riconoscimento e la riproduzione di file audio e video. In più consente di gestire collezioni musicali,creare playlist,assegnare una valutazione e anche modificare i tag ID3,consente di scaricare Podcast;infine è anche un client per l'ascolto di radio internet.
http://gnome.org/projects/rhythmbox

Mauro Carvalho riscrive il driver di Video 4 Linux 2 (V4L2) su X.Org

Mauro Carvalho ha riscritto pressoché interamente il driver xf86-video-v4l di X. Le API di Video 4 Linux 1 (V4L1) sono deprecate già dagli albori di Linux 2.6 e saranno rimosse completamente con l’uscita del kernel 2.6.38 di prossimo rilascio. Tuttavia, il driver dedicato a X.Org non è stato aggiornato a V4L2 fino a pochi giorni fa.
Il driver aggiornato a luglio faceva ancora uso delle librerie di V4L1 e perciò risultava inutilizzabile con le prime release di Linux 2.6.38: Carvalho ha rilasciato una patch molto consistente, risolvendo il conflitto. Ora il driver utilizza esclusivamente V4L2. La novità anticipa ulteriori migliorie, previste nei giorni a venire.
Il driver di X.Org si “limita” a caricare il modulo di V4L2 dell’estensione Xv: sono supportati tutti i dispositivi previsti da Video 4 Linux i cui driver sono compilabili nel kernel. Non è essenziale per il funzionamento dei device e molte configurazioni neppure lo prevedono. La nuova enfasi su xf86-video-v4l può cambiare le cose.

Gnome-Shell

Gnome Shell ha il potenziale per cambiare radicalmente il modo di usare il desktop. Per certi versi è tutto ciò che i desktop virtuali sarebbero dovuti essere all'inizio. Con il pacchetto installato bisogna aprire il terminale e digitare gnome-shell --replace, questo perche usa un suo window manager e chiude qualunque cosa sia attiva al momento. L'aspetto di Gnome Shell al momento è ancora instabile ma non mancano delle chicche grafiche. Mentre è in esecuzione proviamo a spostare il mouse nell'angolo in alto a sinistra dello schermo,vedremo il desktop corrente zoomare via in una piccola finestra su uno sfondo nero. I documenti recenti e le applicazioni sono elencati sul lato sinistro,con un anteprima di ogni desktop virtuale,è possibile aggiungere altri desktop virtuali cliccando sul pulsante + in basso a destra e navigare tra i programmi cliccando sul pulsante More. Ma la parte migliore di tutto questo è che è interattivo,proviamo a trascinare un'applicazione dal pannello di sinistra in un desktop virtuale e verrà lanciata automaticamente. Trasciniamo un file e verrà aperto nel programma giusto come per magia,ecco Gnome Shell.

File System Journaled

Con i file system di prima generazione come Ext2 e FAT16/32 di Windows se per un motivo o un altro il computer si spegne inaspettatamente o non viene seguita la normale procedura di arresto,al successivo riavvio del sistema i dati possono risultare corrotti,o meglio ancora il file system si trova in uno stato inconsistente. Tutto questo significa perdere dati importanti,soprattutto quei file ancora in uso di quando il pc si è spento.Quando il pc si spegne all'improvviso,spesso capita che i file e i metadati risultano non più allineati nel senso che il sistema non riesce più ad aggiornare i metadati ed è per questo che risulta inconsistente. Per risolvere questo problema sono stati sviluppati i file system Journaled Ext3 Ext4 Reiser FS Reiser4 XFS JFS HFS+ NTFS. Questi file system di ultima generazione risolvono l'inconveniente tenendo una sorta di "Diario" (Journal in inglese) in pratica un file di log nel quale registrare tutti i cambiamenti apportati al file system nel corso del tempo;cosi facendo il sistema è in grado di ripristinare lo stato iniziale del file system.